Descrizione
Secondo quanto si legge nella relazione della Visita Pastorale del 1683 di mons. Pignatelli, una piccolissima chiesuola, intitolata alla Madonna dei Martiri, era già esistente, poco lontana dalla chiesa del Calvario, nella prima parte del Seicento. Essa era così stretta, da poter accogliere sì e no un paio di persone. Alcuni anni dopo, nel 1698, sempre il medesimo Vescovo, in un'altra sua Santa Visita ci fa sapere che, a ragione delle sue precarie condizioni statiche, sul finire del Seicento questa cappelluccia fu ricostruita, ingrandita, dotata di un tetto di canne ed abbellita a dovere nelle pareti con degli affreschi, grazie alle offerte raccolte tra i devoti. La sua facciata esterna è di un'essenzialità estrema, ed evidenzia solo un piccolo e semplice portale, sormontato da un minuscolo finestrino ovale. Anche il suo interno è di una semplicità unica: è a forma di auletta, coperta da una volta a botte lunettata, con un solo altare molto lineare, ed adorno di un dipinto settecentesco raffigurante Maria Regina dei Martiri. Originariamente, sul muro ove poi fu addossato nel corso del tempo tale altare, c'era dipinta solamente l'immagine della Beata Vergine attorniata da alcuni Angeli, nelle cui mani stringevano gli strumenti simboli del martirio. Infine sino agli anni '20 del secolo scorso, la cappella era di pertinenza del Seminario Diocesano di Lecce, mentre oggi, di fatto, è come se l'avesse "adottata" un gruppo di devoti, molti dei quali residenti nelle sue immediate adiacenze, come le famiglie Serinelli e Marzo.
Testo: prof. Angelo Cappello