Descrizione
Tra le pochissime cappelle rurali, situate una volta nel feudo di Squinzano ed oggi ancora esistenti, non si può ricordare quella eretta in contrada Perlangeli, ad un chilometro circa dal paese sulal strada provinciale per Torchiarolo. C'è un atto del 21 giugno 1652 del notaio Antonio Maria Gervasio di Lecce, in cui si attesta la volontà del presbitero leccese, don Innocenzo Gervaso, di costruire questa chiesetta in piena campagna in un suo vasto vigneto, dotandola di una rendita di 12 ducati annui e successivamente di altri lasciti. Nella relazione sulla Visita Pastorale di mons. Pappacoda del 1670 appare ben tenuta: aveva due porte di ingresso, tre finestre, degli affreschi di S. Antonio e di S. Domenico ed un minuscolo campanile a vela con una sola campana. Sicuramente, ad un certo punto, per vicissitudini storiche diverse, ci fu un cambio di proprietà; e ciò spiega perché adesso la porta del prospetto principale cuspidato e sormontata da uno stemma gentilizio, in cui si riesce a leggere distintamente "De Castro", cognome di una nobile e antica famiglia di origine spagnola, penultima proprietaria dell'ottocentesco palazzo affacciato su Piazza Plebiscito. Ed infatti, nel 1869, un erede dei De Castro, Giuseppe, non potendo erigere una cappella di famiglia al cimitero per mancanza di spazio, chiese ed ottenne dal prefetto di Lecce di poter seppellire i propri defunti futuri in questa sua Cappella, denominata Madonna dei Dolori, o anche soltanto "Perlangeli", dal nome del podere in cui ancora si innalza. Questo dunque, oltretutto, è il motivo per cui il suo interno, pur se decorato con stucchi, sulle pareti laterali presenta lapidi funebri, e sul pavimento i segni visibili di una botola-ossario.
Testo: prof. Angelo Cappello