Il 21 marzo di ogni anno tra le vittime innocenti della criminalità organizzata viene ricordata Renata Fonte, salentina, esempio di donna, madre, insegnante, amministratrice pubblica che è riuscita a coniugare tutti gli aspetti positivi dell’essere donna in una società dai forti retaggi di una cultura maschile.
Quello di Renata Fonte fu il primo omicidio di mafia del Salento.
Era il 31 marzo 1984.
Della Sacra Corona, la mafia del sud della Puglia, era sconosciuto tutto, perfino il nome.
Renata era un’amministratrice pubblica, consigliera comunale a Nardò. Era una maestra, aveva due figlie piccole e solo 33 anni, quando fu ammazzata con tre colpi di pistola alla nuca, sull’uscio di casa, di notte.
Aveva combattuto, con le armi della politica partecipata, della trasparenza e della democrazia, il tentativo di lottizzazione del parco naturale di Porto Selvaggio.
Fu ammazzata nel periodo in cui si discutevano i confini del parco e la possibilità di lottizzare i terreni confinanti, tra zone sotto tutela ambientale e zone archeologiche.
Nel contempo, in un’isola felice come il Salento, stava attecchendo un sistema di cultura e di metodo mafioso.
Renata Fonte fu uccisa nel marzo del 1984. Tre mesi dopo, fu istituito il parco naturale.
Renata Fonte ha avuto il coraggio di affermare le proprie idee scomode e sconvenienti nei primi anni ottanta con l’irrinunciabile diritto ad esercitare il proprio dovere, con onestà intellettuale, coscienza democratica e la sua abnegazione al proprio dovere istituzionale.
Rappresenta un esempio di impegno civile e politico, di rispetto della legalità e della partecipazione come valori fondanti per lo sviluppo dei nostri territori.
Aveva la passione per la politica, quella ispirata al bene comune e alla buona amministrazione, che risolve il problema dei cittadini con il rispetto delle regole, con la trasparenza e la partecipazione.
Anche la nostra Marina di Casalabate, da più di dieci anni vive un radicale cambiamento positivo sotto l’aspetto ambientale e paesaggistico, di rispristino dei luoghi deturpati dall’abusivismo edilizio attraverso la cura ed il rifacimento di diverse zone, soprattutto quelle vicine alla costa, meta delle vacanze estive di migliaia di persone e turisti ogni anno. La prova che è possibile fare sviluppo turistico e commerciale in armonia con la natura.
Tra i posti più frequentati il Lungomare Nord, due piazzette una ubicata all’inizio, l’altra alla fine del lungomare.
Tra le due, spicca per bellezza e decoro, ma soprattutto per l’assidua frequentazione di numerose famiglie con bambini e anche per la presenza di giochi, la cosiddetta Piazzetta Miramare. Un luogo quindi strategico di socializzazione, dove si può ammirare il paesaggio marino, la torre di avvistamento, la scogliera, che donano libertà, bellezza e pace soprattutto al tramonto.
A Renata Fonte, mossa dall’entusiasmo e dall’onestà che poneva in ogni azione e scelta che aveva a cuore, come quello di salvaguardare l’inestimabile patrimonio naturale delle sue terre, la nostra Amministrazione Comunale ha voluto fortemente intitolare questo nostro luogo pubblico.
Immaginiamo che vedendo la targa con l’intitolazione a Renata Fonte, tanti bambini chiederanno ai propri genitori chi fosse questa donna straordinaria. Siamo convinti, così, che la sua storia, una volta schiusa alle menti di tanti giovanissimi, possa ispirarli ed essere foriera dei valori di legalità e amore per la propria terra.
Non una semplice intitolazione, ma il proseguo di un percorso culturale e sociale, da tempo avviato nella nostra comunità che sia di monito ed insegnamento per i nostri figli e le future generazioni, affinché la nostra Marina, le nostre spiagge, la flora e la fauna, gioielli del nostro territorio non vengano distrutti e snaturati.
Una visione di politica e responsabilità e di attenzione ai cittadini, perché il cambiamento è possibile se coniughiamo la forza delle idee con l’esempio.
Amare la vita sociale e impegnarsi affinché una comunità diventi, nell’esercizio dei diritti e dei doveri, una comunità giusta, accogliente, fiera delle bellezze della propria terra, decisa a difenderle dagli interessi criminali, dalle connivenze tra mafia e politica, dalle forme diffuse d’illegalità, d’irresponsabilità, d’indifferenza.
Renata Fonte aveva visto il futuro della sua terra: costruire la speranza, partendo dal Sud e dalla spinta al cambiamento.
Pagina aggiornata il 07/07/2025